Autore: redazione
pubblicato il 13 Maggio 2023
nella categoria Recensioni Testi
Appare particolarmente indovinata la formula che è alla base del libro in questione. Mescola due presentazioni della collana, ad opera di Alessandra Capuano e Orazio Carpenzano con una lunga intervista al nostro progettista dovuta a Lucio Valerio Barbera. A ciò si aggiungono tre testi di Petreschi stesso: un dialogo impossibile con Vittorio Ballio Morpurgo, il primo autore della Banca d’Albania; la prolusione al Corso di Laurea in Architettura degli Interni e Arredamento, svolto con successo; un Discorso minimale sulla costruzione di uno spazio sacro, dovuto all’indubbia esperienza. Seguono i saggi critici di Valentin e Zammerini che analizzano i vari progetti. Il tutto sotto l’egida di Maestri Romani. Del resto il personaggio appartiene di diritto a questa genia. Non solo per essere stato professore ordinario di Composizione Architettonica a Valle Giulia e aver fondato il primo corso di laurea in Architettura degli Interni divenuto un essenziale punto di riferimento per molti studenti, ma perché numerosi critici, ad iniziare dal compianto Giorgio Muratore, hanno riconosciuto nelle sue opere le caratteristiche proprie dei maestri romani. In che consiste tale enunciazione? La descrive con chiarezza Nilda Valentin quando annota “una definizione che non coglie a fondo la complessità italiana insista nei suoi progetti che cercano ripetutamente un equilibrio compositivo tra razionalità e organicismo”.
Ciò significa che nelle numerose architetture realizzate: dall’intervento sulla Banca d’Albania alle ville in Sardegna, dalla Cassa Rurale e Artigiana in via Casilina a Roma ai Complessi parrocchiali dedicati a San Tommaso Apostolo e a Santa Teresa di Calcutta e in altri interessanti progetti è possibile leggere in trasparenza la lezione di maestri come Carlo Scarpa, Franco Albini, Luigi Moretti per quanto concerne l’Italia. A ciò si aggiunge la lezione di Frank Lloyd Wright, di Otto Wagner, di Louis Kahn per lo scenario internazionale dell’architettura del Novecento.
Petreschi ha avuto la fortuna di crescere in una famiglia che ha stimolato i viaggi come fonte di conoscenza negli anni dello studio universitario e dopo la laurea. Oltre a ciò, divenuto docente, ha fatto l’esperienza del visiting professor sia nell’Università di Pennsylvania, a Philadelphia, che in altre università americane come la Harvard e il MIT di Boston, dove ha intrecciato rapporti assai proficui.
Di particolare interesse l’attività professionale nella progettazione dell’edificio religioso. Nata quasi per caso, dopo la realizzazione del grande palco per il Giubileo del 2000, messo a punto su ispirazione delle macchine effimere di epoca barocca. A seguito di quella importante esperienza gli viene affidata la progettazione di due complessi parrocchiali “una barriera al consumismo speculativo sfrenato della periferia romana, ai cedimenti mass-mediatici, in un certo qual modo, a quel fenomeno che uso definire nihilismo moderno”.
Un testo nel testo è rappresentato dalla lunga intervista messa a punto da Lucio Valerio Barbera che passa in rassegna i vari momenti dell’esistenza di Petreschi. Dalla formazione alla progettazione, dal corso di architettura degli interni all’esperienza americana, dal linguaggio architettonico fino alla didattica.
Un libro da non perdere soprattutto per i giovani studenti che vogliono comprendere ciò che si cela sotto la dizione scuola romana.
In copertina: Nilda Valentin Massimo Zammerini, Marco Petreschi Autoritratto di una generazione (1920-50) p. 196 con numerose immagini in b. e n. LetteraVentidue, Siracusa 2023, €16,50.