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Franco Antonelli 1929-1994 – recensione di Mario Pisani

Franco Antonelli 1929-1994 – recensione di Mario Pisani

Autore: redazione
pubblicato il 23 Aprile 2023
nella categoria Recensioni Testi

Marzia Marandola, nel saggio “Un architetto al servizio della comunità”, a proposito dell’opera di Franco Antonelli, riporta le considerazioni tratte dal volume di Giovanni Klaus Koenig Architettura in Toscana 1931-1968. “L’ambiente è sempre stato una componente dominante dell’immagine architettonica (….). L’ambiente architettonico è un insieme di forme preesistenti, le quali si traducono nella percezione di chi le fruisce come una serie di immagini relazionate tra loro. Il loro insieme costituisce analogamente a quanto avviene nella lingua parlata, un ‘campo linguistico’ ossia un codice comune a un gruppo di interpreti che sono membri della comunità”. 

Antonelli appartiene pienamente, e lo rivendica nei suoi scritti, alla tradizione regionale umbra, a quel particolare sentire che rende questa terra così diversa e particolare. Anche se la formazione viene completata nelle aule della facoltà di architettura di Roma e con i rapporti stimolanti proseguiti nel corso degli anni, con i progettisti Quaroni e Ridolfi che stavano realizzando l’INA-CASA al Tiburtino. A ciò si aggiunge l’interesse nei riguardi del lavoro dei maestri del suo tempo: da Le Corbusier a Wright, da Aalto a Kahn. Le tracce dei loro lavori si intravedono nei suoi capolavori.

Dopo le prime esperienze professionali nella capitale Antonelli torna nella sua Foligno dove realizza le architetture più interessanti presenti nella città, come quelle selezionate da Bruno Zevi per la rivista L’Architettura cronache e storia. Si tratta della chiesa del Buon Pastore a Foligno che tiene conto di quella di Giovanni Michelucci a Longarone. Segue casa Baldassarri dove l’accesso alla corte guarda l’organizzazione planimetrica del Municipio di Säynätsalo di Alvar Aalto. Non poteva mancare lo straordinario capolavoro costituito dal monastero di Santa Maria di Betlem, in località Collina, a Foligno. Ed ancora la chiesa di San Ferdinando a Perugia, la scuola materna a Montefalco e lo stabilimento tipografico a Foligno.

Nel volume non poteva mancare la trattazione dei progetti urbanistici che sono stati evidenziati dal testo di Michele Talia e Alfiero Moretti. Grazie al sodalizio con Lenci e con Astengo si raggiungono risultati di sicuro interesse come il Piano particolareggiato del centro storico di Assisi. Lo rammenta Lenci che scrive a proposito: “l’opera di Franco Antonelli nel settore urbanistico è esemplare per il suo rigore, perché traccia un metodo di lavoro che servirà di insegnamento ai professionisti più giovani e alle amministrazioni illuminate (…), perché in taluni casi l'azione culturale nel sociale di Antonelli ha collaborato ad aggregare consensi che hanno poi prodotto importanti scelte pubbliche nella gestione del territorio”.

Gli ultimi anni vedono impegnato Antonelli nel progetto di restauro del San Domenico, mentre Bruno Signorini lo era in San Francesco al Prato, a Perugia. Forse, se si può attribuire un’assenza al bel volume, questa è costituita dal mancato confronto tra i due personaggi che hanno lasciato testimonianze indelebili nella cultura architettonica umbra.

Il complesso duecentesco ha subito nel corso degli anni numerose trasformazioni. Solo agli inizi degli anni Settanta avanza l’idea di trasformare il volume non solo in un auditorio ma in un luogo teatrale e la realizzazione del progetto testimonia ampiamente il valore del progettista.

Franco Antonelli 1929-1994 a cura di Paolo Belardi e Marzia Marandola, prefazione di Claudia Conforti, Electa Spa Milano 2022, p. 160 con numerose foto in b. e n. e a colori, € 40,00.