Autore: redazione
pubblicato il 29 Marzo 2023
nella categoria Recensioni Testi
Il libro rappresenta la prima tessera di una collana che, chiamata Domestica, ovvero dedicata agli affari privati, alla vita intima e famigliare, vuole misurarsi con la questione dell’architettura della casa. Una tematica che da sempre ha svolto e continua a farlo una funzione essenziale all’interno della nostra disciplina. Non è certamente un caso che fin dal primo anno del corso di laurea in architettura venga assegnato agli studenti il tema della progettazione di una abitazione e che tutti i grandi maestri hanno affrontato questa prova, spesso realizzando il loro capolavoro.
In questo caso il testo esplora, con disegni esaustivi e ottime foto, per quella che sorge nel comune di Noto di Peppe Maisto, le case realizzate da Bruno Messina e Francesco Infantino. Il primo, laureato alla Federico II, è ordinario in Composizione architettonica e urbana a Siracusa, dopo aver svolto attività didattica a Porto e alla Fondation Le Corbusier a Parigi. Infantino, dopo la laurea a Reggio Calabria, sviluppa l’attività professionale nel progettare nuove costruzioni, nel recupero del patrimonio esistente con competenze nella tutela dei beni culturali.
Le abitazioni sorgono nel territorio dei monti Iblei, in provincia di Siracusa. Questi monti, in gran parte di origine vulcanica, costituiscono i rilievi presenti nella Sicilia sud orientale, tra il Dirillo, il fiume di Caltagirone, la piana di Catania e il mare. La presenza dell’uomo si concentra essenzialmente in centri urbani come Vizzini, Granmichele, ricostruita dopo il tremendo terremoto del 1693, Palazzolo Acreide dove sono stati realizzati il maggior numero di interventi documentati nel volume.
Si inizia con la mappa del territorio, utile per individuare dove si insediano le abitazioni mentre un elemento originale è costituito dal fatto che le varie schede che illustrano le case siano opera di diversi autori.
Casa Funari Gallo, la più antica, cresce su un’altura ed è coronata da un rivestimento in rame pronto ad inverdire. Il suo volume allude ad una sorta di fuoriuscita dall’orografia del terreno che trasforma l’abitazione in un anfiteatro naturale. Non è certo un caso che un brano di Lewis Munford, nel suo La città nella storia Dal santuario alla polis, evocando le prime abitazioni, s’adatti alla perfezione all’opera in questione.
Casa G, edificata su un unico livello, è una casa a patio che si trova ai margini del centro storico di Palazzolo Acreide, in un contesto elevato dell’insediamento che non interferisce con le proprietà limitrofe. Ciò ha permesso ai progettisti di scegliere la posizione più idonea per gli affacci, soprattutto quelli che guardano verso il paesaggio. Di particolare interesse la finestra grande come un’intera parete che si trova nel soggiorno e guarda sulla corte.
Per Casa Bonavolontà ci sembra particolarmente indovinata la citazione di Ignazio Gardella riportata nel testo. Sostiene infatti che “l’architettura non può essere nuova se non affonda le sue radici nel passato, come ogni nuovo fiore affonda le sue radici nella terra”. Qui il disegno di un archetipo fuori dal tempo, il profilo del tetto e l’altezza del colmo, riappare a testimoniare oggi quella continuità tra passato e presente evocata proprio da Gardella.
La piccola casa per vacanze si connota per l’uso del colore, un rosso intenso che ricorda quello pompeiano in grado di segnare negli ultimi due secoli le costruzioni pubbliche nel sud d’Italia. Il libro si conclude con un testo di Gianfranco Gianfriddo su la città-territorio che ragiona sulla piccola casa e la masseria nel paesaggio ibleo e uno di Francesco Cacciatore sul lo spazio quotidiano che riporta utili annotazioni di Alvaro Siza.
In copertina: A cura di Francesco Cacciatore, Gli Iblei nella casa Sei case di Messina e Infantino in Sicilia, LetteraVentidue Siracusa 2022, p. 148 con disegni e foto a colori, €16,50.