Autore: redazione
pubblicato il 9 Febbraio 2023
nella categoria Recensioni Testi
Nell’immaginario degli addetti ai lavori il nome dello studio in questione è legato ad architetture realizzate essenzialmente in Africa. Penso al centro pediatrico a Nyala, Sud Darfur realizzato nel 2011 e a quello di Port Sudan, del 2012. A conferma di questa opinione la recente realizzazione dell’ospedale pediatrico in Ruanda, progettato con RPBW, e definito da Gino Strada, committente con le altre realizzazioni, “scandalosamente bello”. Si tratta realmente una splendida struttura immersa nell’ambiente naturale delle rive del lago Vittoria, messa in mostra nella sala dell’Auditorium Parco della Musica di Roma con le foto di Marcello Bonfanti. Purtroppo non appare nelle pagine del volume. Messo a punto dall’autrice, che collabora con il Politecnico di Milano, contraddice l’opinione diffusa di una struttura attiva unicamente nei paesi in via di sviluppo dove hanno realizzato strutture umanitarie, per mostraci uno spaccato ricco di interventi realizzati in Italia che, come scrive Francesco Dal Co nella premessa Non-pedigreed architecture, “mirano a fare molto con poco”. Lo dimostra il quartiere Quattro Passi a Villorba, Treviso che prende in considerazione il paesaggio e il modo di costruire nel Veneto. In particolare l’architettura cosiddetta minore, per proporre un villaggio a misura di pedone, composto da otto unità residenziali e una casa comune per attività sociali in un parco condiviso. A San Lazzaro di Savena, Bologna, hanno messo a punto il recupero di un edificio esistente realizzando in legno Xlam dodici appartamenti e una serie di servizi condivisi. Il tutto con impianti ad energia alternativa.
Proprio questi interventi, come la sede di Alce Nero a Bologna e di Altro Mercato a Verona, ci indicano cosa intendono con quel titolo proposto per il volume: Elementarismo moderno. Il loro lavoro si pone in sintonia sia teorica che pratica con le radici del modernismo italiano e in particolare con l’insegnamento di Giuseppe Pagano. In particolare con il lavoro che ha prodotto la mostra sull’architettura rurale realizzata per la Triennale di Milano nel 1936 dove si poteva constatare la predisposizione a realizzare abitazioni contrassegnate dalla semplicità, da uno spirito razionale che tende al risparmio e di come si può realizzare la bellezza anche in situazioni povere ed essenziali. Vala la pena rammentare che proprio da quella pubblicazione è scaturito un filone di ricerca che giunge fino al volume di Bernard Rudofsky Architettura senza architetti.
Proprio da quel filone di ricerca i TAMassociati si sono ispirati per mettere a punto i caposaldi dei loro interventi. Essi ritengono che il progettista debba esprimere la sua funzione, in relazione con i luoghi e con la storia, di interprete e mediatore del rapporto che il nuovo intervento sollecita sugli abitanti, lo spazio e la società che accoglie l’intervento.
Lo studio in questione attesta questa vocazione.
In copertina: Francesca Serrazanetti, Elementarismo moderno Radici e risonanze nell’architettura di TAMassociati, Electa S.p.A. Milano 2022, pp. 128 con numerosi disegni e foto in b. e n. € 20,00.