Autore: Marco Ermentini
pubblicato il 18 Gennaio 2023
nella categoria Farmacia di Marco Ermentini, Senza categoria
In un periodo così difficile nel quale è sempre più evidente che: il progetto di qualità non interessi più a nessuno (per il codice dei contratti è una seccatura), molte occasioni di concorso si tramutano in gare al ribasso economico, l’invadenza dei partiti negli incarichi è sempre più asfissiante, le solite Accademie ammuffite imperversano, le imprese pigliatutto strozzano i progettisti, la proliferazione burocratica soffoca qualsiasi innovazione, la repubblica dei bonus sopperisce alla mancanza di una vera politica e società, nonostante tutto ciò, qualcosa dalla palude sta spuntando.
Se ci guardiamo bene, non nelle città, ma nella nascosta provincia ci sono nuove sacche di resistenza, voci di dissenso creativo di architetti di grande valore e di piccoli progetti innovativi come testimoniato nella Supermostra’22. Di fronte alla precarietà dell’avvenire e, cosa ancor più grave, alla negazione della possibilità di trasformare la realtà è fondamentale saper dire di no contrastando e resistendo. Essere contro significa avere il coraggio della propria dissonanza ragionata rispetto allo status quo, ma anche di delineare la possibilità di un’altra realtà, di un’altra possibilità, di un futuro migliore che trovi cittadinanza tra le pieghe dell’esistente.
Una cosa è certa: non possiamo più vivere e progettare come gli umani di una volta: i moderni. Purtroppo la fine del moderno è terminata con una grande confusione, essa offriva un obiettivo comune, una volta caduto, tutto va a rotoli. Così, il progettista non può più ignorare i limiti ma cerca di imparare ad aggirarli in maniera intelligente abbandonando le semplificazioni per una conoscenza complessa.
Certo, è una piccola rivoluzione ma forse questaminoranza attiva può far entrare in crisi e modificare le opinioni date per scontate dai più e far capire di smettere di comportarci in modo spietato verso il mondo. L’architettura è una coscienza dell’insieme ed è capace, anche con minime testimonianze, di cambiare il modo di abitare.
Allora questa sacca di resistenza può farci ricominciare a sperare nel nuovo anno. Forse, non ce ne siamo accorti ma, this is Tomorrow, il domani è già cominciato…