Autore: Marco Ermentini
pubblicato il 09/12/2022
nella categoria Farmacia di Marco Ermentini
Scorrendo le immagini di molte nuove architetture si scopre una caratteristica: l’abolizione della diversità. Piace solo l’uguale, ciò che è di moda (il verde, il legno, la schermatura, il pergolato, lo smart, l’indifferenza ai luoghi, la sostenibilità….) ma in realtà si tratta di sfumature dello standard globalizzato. Il tempo in cui c’era l’altro è passato. Certo l’alterità da fastidio perché contiene la negatività, è molto più comoda la positività dell’Uguale (e ci mettiamo anche il like). Così, si assiste al terrore dell’autenticità che da fastidio perchè abolendo la diversità si sottrae alla valorizzazione economica. La suadente violenza dell’architettura che piace è invisibile ma in questo modo non si fa vera esperienza e conoscenza. Mi domando: è proprio lei a provocare tanti danni al fine più nobile dell’architettura che muove la faticosa sperimentazione della nuova generazione di architetti: generare miglioramenti, anche provocatori, nelle modalità di esistenza di tutti noi?