Autore: redazione
pubblicato il 30/11/2022
nella categoria Parole
Quest'anno ti scrivo una lettera a mano
Performance di Laura della Gatta a cura di Roberto Cavallini e Barbara Lalle
26 Ottobre 2022 ore 18:00-20:30
Studio Campo Boario - viale del Campo Boario, 4/A - Roma
Noi visitatori entriamo in punta di piedi, in silenzio per non disturbare, nella stanza al centro della quale Laura della Gatta è seduta allo scrittoio, concentrata nello scrivere una lettera come si faceva una volta, con la penna intinta nel calamaio. Due penne, una blu ed una rossa, con due calamai degli stessi colori.
Scrive, in un tempo sospeso, dilatato, che ci sembra estraneo, abituati come siamo alle email, ai Whatsapp, alle comunicazioni sempre più rapide, perché non abbiamo tempo da perdere, noi, non possiamo permetterci di perdere tempo.
Eppure, per secoli è stato così: si scriveva a mano, ci potevano volere ore per scrivere una lettera. Si doveva pensare bene a quello che si scriveva, perché un errore o anche solo un ripensamento poteva voler dire buttare tutto, accartocciare il foglio e ricominciare, cosa che l’artista qualche volta fa, mentre la osserviamo, quando si accorge di essere sulla strada sbagliata: appallottola il foglio, ne prende un altro e ricomincia, con calma, per nulla infastidita, perché semplicemente a un certo punto ha visto un modo migliore di scrivere la sua lettera, e vuole che quella che alla fine spedirà sia la lettera migliore possibile per la persona che la riceverà.
Degli altoparlanti diffondono la voce registrata dell’artista che esprime i suoi pensieri, brani del suo dialogo con persone a cui ha scritto che, per quanto ne sappiamo, potrebbero essere le stesse a cui sta scrivendo ora, con le quali forse mesi fa è iniziata una corrispondenza che ora prosegue.
Ogni tanto interrompe la scrittura, sorseggia una tazza di the, oppure si volta alla propria sinistra e suona l’arpa per un po’. Anche questo, a noi che siamo persone impegnate ed abbiamo sempre fretta, sembra assurdo. Come si può perdere tempo in questo modo? Eppure è proprio dalle note dell’arpa che l’artista sembra trarre ispirazione per tornare allo scrittoio e scrivere una nuova frase, la frase giusta per esprimere quello che sente veramente di voler dire alla persona che riceverà la lettera.
Già, a chi sono indirizzate le lettere? All’ingresso i visitatori possono trovare delle striscette di carta sulle quali chi lo desidera può scrivere il proprio nome, cognome e indirizzo, da imbucare in una minuscola cassetta postale. Oppure possono scrivere i dati di una persona cara, a cui la lettera sarà indirizzata.
Quando l’artista finisce di scrivere una lettera, con cura la piega e la inserisce in una busta che sigilla e sulla quale scrive l’indirizzo, poi aggiunge il francobollo e la posa, insieme ad altre, su un angolo dello scrittoio.
Così, al termine della performance, ci sono quattro o cinque lettere pronte da spedire. L’artista si alza, le prende, e senza fretta si reca a spedirle, certa che arriveranno a destinazione, anche se potrà volerci qualche giorno. Per oggi si termina con il ritorno dell’artista ma la performance è iniziata il 22 gennaio 2022 e dura un anno, fino al 22 gennaio 2023, durante il quale ogni giorno ci sono state e ci saranno lettere da scrivere e poi da imbucare, come quelle che abbiamo visto, ma ciascuna diversa ed unica. Terminata questa performance Laura si propone nuove iniziative, forse editoriali.
In copertina: foto di Daniele Contavalli
LAURA DELLA GATTA
Roma 1967. Diplomata all'Accademia di Belle Arti di Roma, insegnante steineriana con esperienza in arteterapia, docente di arte nelle scuole pubbliche, Laura sviluppa la propria ricerca utilizzando in modo trasversale diversi linguaggi espressivi (fotografia, video, pittura, scultura, musica ed eventi performativi site-specific, spesso partecipati). L'attenzione è incentrata sulla comunicazione e sull'ambiente. Il focus é sull'iperrealtà del quotidiano, sulla consapevolezza od incoscienza dell'azione umana, mediata dal linguaggio e dalla relazione. Trasformare: é il leitmotiv, l'onda su cui vibra la ricerca, in equilibrio tra le polarità realtà/ultraterreno, natura/artificio, manualità/tecnologia, tradizione/innovazione. L'opera é un osservatorio “in progress” in cui l'oggetto mediatore è d'uso comune, a volte di materiale naturale o tessile, spesso di recupero, prestandosi ad indurre artista e fruitore ad un' intima meditazione biografica, alla riscoperta di un codice universale.
Laura si firma Irene Soundrisen nelle performance in cui suona brani composti per arpa celtica.