Autore: Marco Ermentini
pubblicato il 27/11/2022
nella categoria Farmacia di Marco Ermentini
La ferita in architettura è sempre tenuta nascosta. Non c’è niente da fare: la negatività della ferita nel nostro mondo positivo è una contraddizione, da fastidio, sconcerta. Al contrario, le immagini che scorrono sui nostri schermi sono sempre perfette, lucide, trasparenti, specchiate, pulite, bianche candide, sane, insomma piacciono. Non ci sono ombre né zone nascoste. Ma la ferita (la lesione o la crepa) é parte sostanziale del mondo e senza la ferita non ci sono né arte, né poesia, né pensiero.
Perchè non dobbiamo capire che la vulnerabilità è fondamentale e che è giunto il momento, anche in architettura, di elaborare un’estetica della ferita?