Autore: redazione
pubblicato il 19 Luglio 2022
nella categoria Parole
Un omaggio a Luigi Maria Lombardi Satriani (San Costantino di Briatico (VV), 10 dicembre 1936 – Roma, 30 maggio 2022) relativo ad uno dei suoi ultimi interventi sul Pensiero Mediterraneo.
Il 30 maggio è morto il Professore Luigi Maria Lombardi Satriani, l’Antropologo vibonese che ha posto l’attenzione su quella parte di società e cultura ‘ultima’ del Mezzogiorno e della Calabria nel periodo storico a cavallo degli anni ‘50-’60, periodo in cui, solo Vittorio De Seta e Pier Paolo Pasolini si erano spinti ad approfondire per mezzo di documentari filmografici. Tuttavia, sebbene questi grandi Autori palesassero un interesse che passava dalla critica alla curiosità di un mondo, per certi versi anormale rispetto alle realtà capitalistiche nascenti al Nord, l’indagine portata avanti da Lombardi Satriani nasceva come preventiva tutela di uno specifico Patrimonio Culturale Mediterraneo, il quale, nel tempo, avrebbe costituito testimonianza di diversità ed alterità, a fronte dell’uniformazione economica e sociale che si preannunciava dietro le politiche reaganiane del secolo scorso. Come è stato evidente, queste ultime avrebbero condotto, secondo diverse letture, alla non esistenza di società collettive solidali con le alterità, a fronte invece, di un’esasperazione individualistica dominante.
La sua carriera accademica approfondisce le analisi delle antropologie del Mezzogiorno, condotte e discusse nelle Università Umanistiche poste fra lo Stretto di Messina e Napoli e, se ad oggi si ricostruisse una sistematica del Pensiero critico del Mediterraneo d’Italia in una Scuola Napoletana (posta Napoli come punto di riferimento storico-urbano di Capitale della Cultura federiciana del Sud Italia), egli ne occuperebbe un posto di rilevanza fra i contributi accademici che focalizzano l’attenzione sulle interpretazioni storico-qualitative di un’analisi antropologico-filosofica, piuttosto che quelle di natura prettamente quantitative, ultimamente di tendenza nelle strutture di studio riguardanti le allocazioni e gli sviluppi delle risorse europee.
In questi ultimi anni, le sue considerazioni si erano condensate sulla seria opportunità della sistematizzazione di una critica che mettesse in luce le potenzialità di un modello del Pensiero Mediterraneo come modello alternativo alle pratiche europee che uniformano territori ed economie. Infatti, nella premessa al libro di Salvatore Romeo Bufalo[1] sottolineava come ci fossero Autori nel corso di tempi storici “difficili” che si batterono per tenere viva quella parte di cultura calabrese sottraendola: “Al torpore provinciale e democristiano”[2].
Difatti, non è un caso il fatto che il Professore Lombardi Satriani, nel ricordare la sua formazione nella stessa premessa, abbia citato gli amici fedeli (Galvano della Volpe, Mario Rossi, Gaetano Salvemini, Franco Tassone, Rocco Brienza, Mariano Meligrana, Totò Petracca) in “terra infidelium”[3] come componenti di un’unica famiglia, contrapposta a quella famiglia ‘altra’, deviata e deviante che è la famiglia mafiosa, analizzata con gli strumenti dell’indagine scientifica in Antropologia della Mafia, nelle condizioni di nascita, nei comportamenti, nello sviluppo, nelle regole e nei modelli. Tuttavia, le stesse considerazioni contrapponevano a questo tipo di realtà le condizioni che esistono dall’altro lato della medaglia del Mediterraneo d’Italia: l’opportunità di accoglienza ed implementazione culturale del modello esistente nella genesi dell’antropologia mediterranea come modello alternativo alle pratiche globalizzanti ed economico-meccanicistiche.
Lo sviluppo di questo argomento trova riscontro con le necessità di individuazione di un’identità ‘genealogica’ del Mediterraneo nel dialogo estetico di Gianluca Peluffo[4] che auspica ad una “fratellanza” architettonica ed un ritorno al bello artistico del Mediterraneo, concepito sotto un profilo etico-estetico, nonché alle analisi riprese dallo stesso Romeo Salvatore Bufalo e condivise da Luigi Satriani, lo scorso giugno 2021. Quali sono i punti cardine di questa genesi antropologica e “genealogica”[5] del modello Mediterraneo? Per quanto riguarda la prima dimensione, Lombardi Satriani, appena un anno fa, condivideva con Romeo Salvatore Bufalo la tesi secondo la quale è proprio del Pensiero Mediterraneo concepire le: “cose che vengono al mondo come dono”[6] nell’idea dell’uomo greco e magnogreco che vede figurativamente questo concetto illustrato dal mito di Afrodite. La Dea della Bellezza nasce dalla spuma del Mar Mediterraneo e, come ha ricordato Gianni Carchia ne: L’Estetica Antica[7], nasce proprio all’insegna dell’amore e della charis, la grazia senza ricompensa del dono della bellezza, il punto dove etica ed estetica si incontrano: il dono gratuito della Bellezza all’Altro che è uguale e, al contempo, differente da Sé, senza obbligo di ricompensa. In questa dimensione di nascita e condivisione della Bellezza mitica, non esiste il bisogno di cercare qualcosa e, tuttavia, esiste una dimensione di scambio reciproco e di condivisione (dimensione etica) di un pensiero Bello (dimensione estetica) ospitante ed accogliente.
La dimensione “genealogica”, per dirla con le parole di Peluffo, invece, ha a che fare con le caratteristiche geografiche e territoriali del mare che porta questo nome: il Mediterraneum, definito così perché bagna due o più terre, divenendo l’elemento ‘genealogicamente’ mediatore tra le due opposte realtà di interscambio e passaggio, che ne preserva la relativa autonomia fra la sfera logica e la sfera estetica. Se vogliamo, su un piano pratico, questo concetto di ‘intermediarietà’ conserva sia l'Universale che il Singolare, sia l'identico che il diverso, sia l'io che l'altro. Pertanto, come sottolineato anche da Franco Cassano, è un Pensiero Meridiano[8] perché, data la sua natura intermedia, non è né immobile né veloce, è un pensiero che rispetta il tempo e la natura e, nella sua lentezza, è capace di percepire le continuità storiche e le relative discontinuità. Così, nelle contaminazioni di diverse Culture, esiste la conservazione della propria identità e dell’Altro in una dimensione di coesistenza e reciprocità di un’identità plurale propria della charis.
Secondo tali premesse, dove si colloca l’importanza dell’aspetto qualitativo dell’analisi antropologico-filosofica nella genesi del Pensiero Mediterraneo? Nella suddivisione della ratio in logos e prónesis, ossia, nella distinzione fra una razionalità calcolante ed escludente il diverso, alla base del Pensiero Occidentale, ed una ragionevolezza inclusiva Mediterranea, che deriva proprio dalla charis e che diviene elemento sensibile-qualitativo utile per ripristinare l’equilibrio tra i diversi aspetti dell’esistenza, improntata sull’ aequare o hostire che sarà poi praticato dai Romani all’interno della Res Publica. È una sorta di “Prudenza Mediterranea”[9] che non è indifferente all’Altro da Sé, che non esclude il diverso, che da Aristotele a Cicerone:
“[…] Presuppone una coscienza acuta della condizione tragica dell'uomo e al contempo un senso sempre all'erta dei limiti della situazione. […]”[10]
Forse in fondo, per un Professore che ha assistito sino alla fine dei suoi giorni alla continua diaspora della ‘massa critica’ della Propria Terra, il dono della speranza è stato uno degli ultimi insegnamenti rivolti alle generazioni di studiosi futuri. Infatti, a termine della prefazione del libro di Bufalo, Lombardi Satriani si augurava che un testo possa ancora accendere la voglia di trarre il massimo profitto tipico del: “Sapere aude!” kantiano, poiché, non bisognerebbe mai dimenticare che alla base di ogni nostro giudizio e di ogni nostro comportamento intersoggettivo c'è un Sentimento comunitario che condividiamo con Ciascun Altro. L’Alterità arricchisce: e questo è necessario per la costruzione di ogni comunità politica, dovunque essa si trovi.
[1] ROMEO SALVATORE BUFALO, L’inquietudine dell’Altro- Ospitalità e Pensiero Mediterraneo, Luigi Pellegrini Editore, Cosenza, 2021.
[2] Ibidem, cit. p. 12.
[3] Ivi
[4] GIANLUCA PELUFFO, Il giuramento di Pan Il giuramento di Pan: Per una fratellanza estetico-politica in architettura, Marsilio Editore, Venezia, 2021.
[5] GIANLUCA PELUFFO, 2021.
[6] ROMEO SALVATORE BUFALO, 2021, cit.p. 121.
[7] GIANNI CARCHIA, L’Estetica Antica, Laterza Editori, Roma-Bari, 1999, cit. pp. 6-12.
[8] FRANCO CASSANO, Pensiero Meridiano, Laterza Editori, Roma-Bari, 1996.
[9] ROMEO SALVATORE BUFALO, 2021, cit.p. 121.
[10]SERGE LATOUCHE, La sfida di Minerva. Razionalità occidentale e ragione mediterranea, Bollati Boringhieri, Torino, 2000, cit.p.53.