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#PRESSTLETTER#CRONACHE E STORIA – MAGGIO-GIUGNO 1972 – di Arcangelo Di Cesare

#PRESSTLETTER#CRONACHE E STORIA – MAGGIO-GIUGNO 1972 – di Arcangelo Di Cesare

Autore: Arcangelo Di Cesare
pubblicato il 16/06/2022
nella categoria Cronache e storie di Arcangelo Di Cesare

Il numero di maggio 1972 della rivista è il 199. La rivista si accingeva a tagliare il traguardo della duecentesima pubblicazione con un numero sempre interessante.

Nell'editoriale Bruno Zevi invitava i suoi lettori a concentrarsi sulla ricerca linguistica; a suo modo di vedere la mancanza di un vocabolario, di una grammatica e di una sintassi architettonica impediva agli architetti ogni comunicazione e ogni pensiero. Ci ricordava che la prima avanguardia da Morris a Le Corbusier, da Michelangelo a Borromini, da Scharoun a Aalto era riuscita a creare una lingua, e che la responsabilità della seconda avanguardia, doveva essere quella di diffonderla, arricchirla e garantirne la continua apertura.

Nel 1972 Louis Kahn riceveva la massima onorificenza cui un architetto potesse aspirare: la medaglia d'oro del R.I.B.A.; la sua fama era meritata perché era riuscito a rivendicare il valore estetico dell'architettura e perché, da idealista, costrinse i contestatori, che a parole disprezzavano l’idealismo, ad ammirarlo. Mi piace ricordare un suo credo: “Il cliente chiede aree, l'architetto deve dargli spazi; il cliente pensa ai corridoi, l'architetto deve pensare in termini di gallerie”.

In quegli anni termina il progetto di un grande villaggio turistico a Nicotera in provincia di Catanzaro; i presupposti erano corretti: una pianificazione del territorio ricercata, una contrapposizione alla tendenza di villaggi chiusi in se stessi, una definizione di una maglia componibile aperta capace di impedire ogni segregazione e in ultimo, ma non ultimo, il rispetto della natura con interventi intelligenti, complessi e sensibili che furono affidati al più grande paesaggista italiano Pietro Porcinai. Seguendo la “sfortuna” di altri interventi Italiani, vuoi per situazioni politiche, vuoi per speculazioni economiche o vuoi per mancanza di manutenzione, il villaggio, nel 2011, chiuse i battenti ed ora è lì ad arricchire la lista degli edifici abbandonati lungo la nostra meravigliosa costa. Nella rivista veniva presentata anche l'ultima realizzazione di Julio La Fuente e Gaetano Rebecchini: il solito sapiente gioco di alternanze tra elementi concavi e convessi, separati da leggere asole di luce, qualificavano lo spazio interno confermandoci le loro grande capacità. Nella rubrica un libro al mese veniva recensito il libro dedicato al gruppo romano “Metamorph”, Una bellissima pubblicazione che ho avuto la fortuna di ritrovare in un mercatino.