Autore: Maria Teresa Filetici
pubblicato il 17 Marzo 2022
nella categoria Parole
Si è concluso lo scorso venerdì 11 marzo 2022 al centro TreviLab di Bolzano il progetto Ovunque a casa propria, l’esposizione che ha raccolto parte del poliedrico materiale artistico di Ugo La Pietra concentrandosi sui lavori cinematografici e sulla ricerca audiovisiva dell’artista. La cura è di Manuel Canelles, la promozione di Spazio5 artecontemporanea in collaborazione con la Libera Università di Bolzano e molte realtà culturali e d’istruzione della città. Scomporre gli spazi in modo beffardo e riappropriarsene, istituendone infinite possibilità al valico con l’onirico, è questa la linea di ricerca che caratterizza tutta la produzione artistica di Ugo La Pietra e che in questa mostra viene riportata a noi per la prima volta attraverso un’analisi delle sue sperimentazioni audiovisive e dei lavori cinematografici del grande artista. Il titolo trova ispirazione da uno degli slogan più celebri di La Pietra “Abitare è essere ovunque in casa propria" che esprime già il concetto di frammentazione dell’essere e della sua appartenenza a tutto: noi siamo ovunque e ovunque è noi, e se è così, la barriera dicotomica tra proprietà pubblica e privata, tra centro e periferia, decade. La destrutturazione e la destabilizzazione sono due concetti chiave della sua filosofia artistica (Progetto Disequilibrante 2016 Mostra Triennale Milano; Il Monumentalismo 1974) che suggerisce di confrontarsi con lo spazio in maniera molteplice, nel suo aspetto fisico presenziale, in quello mnemonico esperienziale e in quello onirico futuribile. L’esposizione stessa è stata pensata per essere vissuta più come un’esperienza che un’esibizione: il linguaggio video suggerisce al fruitore una rottura col tessuto urbano in cui è immerso, un invito a spezzare l’equilibrio esistente e imponendo quindi la necessità di riconsiderare la visione degli spazi. Gli stessi spazi di Bolzano coinvolti nella mostra (centro Trevi, Università di Bolzano, Liceo Artistico Pascoli) sono centri impegnati in azioni collettive di riqualificazione urbana e sociale. Ogni oggetto così come ogni spazio nella mostra può e deve essere considerato nella sua duplice azione attiva e passiva, nelle infinite possibilità delle sue parti, oscillando nel profondo tra i concetti di onirico e reale. Il progetto espositivo ha ospitato varie performance ed eventi artistici che rimandano alla lezione artistica di Ugo La Pietra, tra cui anche le video-installazioni di Lucio La Pietra, che seguendo le orme del padre utilizza anche lui il linguaggio audiovisivo per riconsiderare gli spazi e il tempo. Il tema è così straordinariamente attuale, la riappropriazione degli spazi, il loro riutilizzo e la loro valorizzazione è stato l’argomento chiave della produzione artistico-architettonica della Biennale Venezia di Architettura 2021 “How can we live together?”. Gli artisti hanno risposto alla chiamata proponendo alternative di spazi possibili e impossibili e traendo ispirazione proprio da ciò che abbiamo di più puro ed essenziale, il nostro legame con la natura. L’arte sta perdendo il proprio ruolo di integratrice socio-urbana che veniva sentitamente portato avanti da molti artisti negli anni Sessanta e Settanta ed oggi più che mai vi è l’urgenza di un ritorno ad appropriarsi dei propri spazi: l’arte è ovunque e ovunque è arte. Foto di Marina Musci [gallery link="file" columns="2" size="full" ids="36099,36097,36098,36096"] UGO LA PIETRA OVUNQUE A CASA PROPRIA FILM E VIDEO 1973/2015 a cura di Manuel Canelles produzione Spazio5 artecontemporanea/Archivio Ugo La Pietra Studio Openspace allestimento Andrea Oradini/Manuel Grafica Sonia Galluzzo Ufficio Stampa Roberta Melasecca Team Lucia Andergassen, Cristina Nicchiotti, Cristina Righetti, Giorgio Seppi Catalogo Edizioni Archivio Ugo La Pietra Progetto grafico Ugo La Pietra, Simona Cesana Redazione e ricerca iconografica Simona Cesana