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Marzo 1972 – di Arcangelo Di Cesare

Marzo 1972 – di Arcangelo Di Cesare

Autore: Arcangelo Di Cesare
pubblicato il 31 Marzo 2022
nella categoria Cronache e storie di Arcangelo Di Cesare

L’assegnazione, nel 1972, del premio In/Arch ad una scuola prefabbricata a Pistoia riapre una pagina di ricordi, di rimpianti e genera qualche auspicio.

Il ricordo di un periodo in cui, il crescente fabbisogno di scuole, stimolò una ricca e feconda sperimentazione capace di padroneggiare le soluzioni tecnologiche e controllare la sostenibilità economica.

Il rimpianto che, questo processo di industrializzazione capace di inventare infiniti brevetti, quale risultato delle grandi ricerche profuse e delle innovative imprenditorialità, fu totalmente trascurato dalla storia dell’Architettura; questa lacuna storiografica, unita all’assenza di un inventario delle realizzazioni, ha inibito ogni tentativo di manutenzione e conservazione, preferendo agire con demolizioni affrettate.

In questi giorni, come negli anni 60, si ritorna a parlare di una nuova richiesta di scuole sicure, innovative e sostenibili; si nominano commissioni, si redigono bandi e si valutano soluzioni con l'auspicio che queste aspettative non restino prive di risposte.

L’altro auspicio è che, a costruire queste scuole, siano validi professionisti con personalità capaci di invenzioni spaziali, di innovazioni tecnologiche e di funzionalità espressive.

La scuola di Pistoia fu progettata dall’architetto Luigi Pellegrin, un architetto congenialmente “spaziale” che, concentrandosi per anni sul problema del prefabbricato con speciale riferimento alle scuole, riuscì, lavorando direttamente alla radice della produzione industriale, a plasmare soluzioni in grado di dominare lo spazio vivificando le comunità scolastiche.

Questo avveniva attraverso la qualificazione delle singole parti, ovvero dei minimi componenti, che caricati di significato, quali luce, confort, struttura e tecnologia, permettevano di controllare al meglio la congiunzione tra la macrostruttura generale e il singolo arredo.

In più la modellazione di questi spazi, il gioco degli incastri, le giustapposizioni, le connessioni e le scomposizioni avveniva esclusivamente attraverso l’uso delle sezioni piuttosto che in pianta.

Non è pleonastico affermare che oggi le costruzioni delle nuove scuole e, i futuri fruitori delle stesse, avrebbero un grande bisogno di uomini come Luigi Pellegrin.