Autore: Claudia Quintieri
pubblicato il 27 Marzo 2022
nella categoria Parole
Giorgio Sacher scatta le sue fotografie con un pensiero retrostante che è sia soggettivo che oggettivo. Da qui deriva la forza della sua immagine. Nell’emotività si scorge uno sguardo limpido e coinvolgente che apre alla comunicazione con l’altro, con chi esperisce la fotografia creando un cortocircuito intimo con lo scatto. Tra passato e futuro la fotografia si pone come presente, a volte fuggevole a volte perentorio. Cogliere l’attimo è il compito del fotografo Sacher ed egli lo fa con disincanto e attrazione verso il suo interlocutore fotografico. Il catalogo Macro Imago dell’artista contiene una selezione della sua produzione durante i quindici mesi di lavoro effettuati al MACRO Asilo diretto da Giorgio de Finis. Il libro è suddiviso in temi: Tempo, Attesa, Azione, Emozione ed Estasi. Sono stati selezionati, dal suo cospicuo archivio, tutti ritratti lavorati in bianco e nero così da esaltarli. “Tempo” è inteso come momento, attimo, frazione del contesto che determina il ripetersi della memoria dell’immagine. “Attesa” rappresenta l’espressione e le espressioni del protagonista nel momento che ne definisce il tempo. “Azione” inquadra l’immagine esaltando le linee e le forme del protagonista in empatia con il suo tempo d’azione. “Emozione” indaga il dialogo con il protagonista nell’ascolto e nell’osservazione delle sue espressioni. “Estasi” ricerca quel momento, forse il più forte e acuto, che sublima e coglie il protagonista nell’attimo. Il fotografo commenta: “Questi temi mi rappresentano nel dialogo con l’immagine.” Fabio Benincasa, nel suo testo per il catalogo introduce così il lavoro di Sacher: “Il MACRO Asilo è stato soprattutto flusso continuo di eventi, eccesso del troppo pieno. Come una sorta di Aleph borghesiano, il meccanismo ideato da Giorgio de Finis, rischiava di confondere e risucchiare chi avesse l’ardire di fissarlo comprendendolo nella sua interezza. Giorgio Sacher, con consapevole perizia, sfugge a questo rischio e lo fa mettendo in gioco il suo sguardo per nulla distaccato, quanto emotivamente partecipe: a tratti divertito, a tratti commosso, mai giudicante.” Mentre Giorgio de Finis, nel testo in catalogo, commenta così l’esperienza dell’artista: “Quelle qui presentate sono gocce nell’oceano del MACRO Asilo, ma lo raccontano bene proprio perché filtrate da una sensibilità porosa, attenta, ma al tempo stesso fortemente orientata alla ricerca di composizioni autoriali. Giorgio ha fatto la sua scelta, prima seguendo un evento piuttosto che un altro, poi cercando il momento dello scatto, in ultimo selezionando da un archivio davvero immenso, i suoi ‘quadri’, quelli che alla fine non parlano più del museo, degli artisti ritratti, delle situazioni vissute, ma d’altro. Il valore aggiunto di una restituzione che lavora per sottrazione sta qui.” [gallery link="file" columns="2" size="full" ids="36136,36137,36138,36139"]