Autore: Arcangelo Di Cesare
pubblicato il 29 Aprile 2021
nella categoria Cronache e storie di Arcangelo Di Cesare
La presentazione, nel fascicolo di aprile 1971, della casa costruita a Vence, nel sud della Francia, per l'artista Arman, mi permette di ricordare la figura di Guy Rottier; olandese, nato in Indonesia e poi naturalizzato Francese, fu studente di ingegneria a L'Aia e di architettura a Parigi, emigrò volontariamente a Damasco e poi Rabat per morire a Nizza alle età di 90 anni. Con il suo stile insolito, abbagliante e senza compromessi Rottier auspicava un rinnovamento radicale del linguaggio architettonico e allo stesso tempo del modo di vivere. Il suo approccio sfidava tutte le leggi, specialmente quelle della tradizione e quelle della gravità, per infondere un dinamismo e un movimento, che, nel mondo dell'architettura degli anni’60, risultava eccitante. Riguardando tutta la sua fenomenale produzione ho scoperto quella voglia di re-inventare la casa e la città con progetti audaci, poetici e ottimisti pensati con cura, in termini di esigenze umane e sempre rispettosi dell'ambiente. Nel 1958 si trasferisce a Nizza e, con il falegname Charles Barberis, conosciuto durante la costruzione dell'Unità di Abitazione a Marsiglia di Le Corbusier, progetta case per vacanze in legno industrializzate. Questo progetto segnerà una svolta nella sua carriera perché il giudizio negativo delle commissioni vigilanti lo sconvolse a tal punto che decise di isolarsi per combattere i suoi tre “nemici”: i materiali tradizionali, le amministrazioni conservative e la tradizione imperante. Cominciò quella produzione di “architettura fai da te”, con case volanti, case di cartone, case adattabili e case sepolte, con l'unica ossessione di adattare l'abitazione alle effettive esigenze degli occupanti; la sua missione fu quella di rendere la vita all'interno di queste case, più inventiva, più allegra, più aperta e più viva rispetto all’alternativa offerta dai coevi condomini. Amava ripetere: “Alcuni uomini costruiscono, altri invadono, si stabiliscono, demoliscono e infine ricostruiscono. E lo stesso uomo, un architetto per natura che, fino all’apocalisse, costruirà, cancellerà e creerà un nuovo agglomerato, un quartiere o una casa. Perché tutto cambia…… perché tutto deve cambiare: il sollievo del mondo, la natura delle cose, la casa dell'uomo”. E sentenziò:” Le idee sono come avere un mal di pancia: a volte cambiano il mondo, a volte producono vento, e, a volte, sono semplicemente merda”.