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DESIGN CHIUSO O APERTO – ARCHITETTURA MATASSONI

DESIGN CHIUSO O APERTO – ARCHITETTURA MATASSONI

Autore: Leonardo Matassoni
pubblicato il 06/10/2020
nella categoria Senza categoria, Spazio di Leonardo Matassoni

Nel disegno industriale il filone italiano razionalista alla "Zanuso-Sapper" ha davvero dato il meglio; molto più interessante dell'interpretazione fredda della Scuola di Ulm, rispetto ai cui progetti certi oggetti iconici come questo, contengono una componente ludica ma senza togliere nulla all'essenzialità e alla forza dell'idea, al rigore del disegno. Qui, la manipolabilità innesca un'attività di scoperta dell'oggetto che richiede una certa curiosità creativa applicata ad una funzione semplice che là, negli oggetti "tedeschi", resta tale.
D'altra parte il carattere "giocoso", se così si può definire, di questi oggetti (si potrebbe citare anche il giradischi Rr226 di Castiglioni o la lampada Eclisse di Magistretti o il mobiletto B-Line di Colombo) non deriva da una metafora formale diretta, esplicita e "data", ossia da una forma chiusa che non si presta ad interpretazioni come per tanta produzione italiana successiva molto più commerciale e meno sperimentale (piano piano infatti, anche nel design, l'entusiasmo per i nuovi materiali e le nuove tecnologie capaci di aprire fronti inediti, si è spento per lasciare troppo spazio alla logica commerciale).
Questi capolavori del disegno industriale italiano infatti sono astratti, suggeriscono, alludono, aprono mondi restando aperti all'interpretazione, sono insomma a bassa definizione (per dirla con MacLuhan - fin troppo citato, ma quando ci vuole, ci vuole!) proprio per poter essere "completati" soggettivamente da chi li utilizza; dotati di un assetto variabile e di una geometria non definitiva, stimolano l'immaginazione!
In poche parole consentono un uso creativo di se stessi!
Capolavori!