Tra i numerosi percorsi di azione, esplorazione e diffusione dell 'arte contemporanea della nostra epoca, l 'Arte Pubblica è quella che dimostra una maggiore inclinazione ad andare incontro alla collettività perche si manifesta negli spazi pubblici. Promuove opere e processi con impatti tangibili nel tessuto urbano e sociale, concepiti in funzione di una fruizione pubblica il più possibile allargata, orizzontale, partecipata e condivisa, e esprime l 'idea di un 'arte per tutti e di tutti.
Una sensibilità costante verso i temi del suffragio caratterizza infatti la corrente dell 'Arte Pubblica e, non a caso, il critico d 'arte Vittorio Fagone rintraccia un precedente storico dell 'espressione nel titolo di una rivista pubblicata a Bruxelles agli inizi del XX secolo, Art Publique, impegnata a promuovere una più ampia diffusione ed espansione dei modelli di un 'arte nuova, socialmente aperta, non più esclusivo appannaggio di elites aristocratiche e borghesi. In effetti, l 'interesse per una perlocuzione tra arte e pubblico che privilegi una dimensione comunicativa e spaziale aperta, che proponga quindi un 'idea di arte non separata dalla realtà ne come linguaggio espressivo ne come collocazione, ha avuto prodromi significativi a partire dalle avanguardie storiche ed ha favorito, nel corso del Novecento, la moltiplicazione di azioni fuori dal museo. La tensione dell 'arte a espatriare dagli spazi ufficiali ha una lunga storia che potrebbe iniziare con il Pavillon du Realisme di Courbet del 1855 o con l 'Armory Show allestito a New York nei locali dell 'Armeria del 69┬░ Reggimento dell 'esercito sulla 25┬░strada nel 1913, lo stesso anno in cui Marcel Duchamp poneva provocatoriamente una ruota di bicicletta su uno sgabello da cucina, ribadendo il rifiuto dei linguaggi codificati e convenzionali dell 'arte del passato, dell 'unicità dell 'opera d 'arte e del suo autore e rifondando l 'assunto radicale della congiunzione tra arte e vita. Questo atteggiamento, originato dalle esigenze di un 'arte a carattere sempre più esperienziale, oltre che da una carica contestataria che vedeva nel museo un 'istituzione cui ribellarsi, rifuggiva gli spazi espositivi deputati a vantaggio di luoghi abitati, naturali o antropizzati, modulandosi in rapporto a essi e modificandoli, in maniera più o meno evidente. Operazioni politiche, progetti di trasformazione effimera di luoghi e paesaggi, azioni partecipative, piccoli gesti quotidiani portati all 'aperto, forme di esplorazioni attive dei territori: numerose pratiche hanno continuato a disseminare l 'esperienza dell 'arte nella vita quotidiana, assumendo spesso la complessità degli spazi urbani come termine ineludibile per la messa in discussione della separatezza dell 'arte dalla società, dei suoi tradizionali statuti disciplinari e dell 'unilateralità del processo creativo. Quando un 'opera d 'arte nasce e si forma negli spazi aperti di una città, cioè in un contesto pubblico, si trova ad interagire con altre discipline come l 'urbanistica o l 'architettura e con altri settori specifici come la sociologia urbana, la politica, l 'urban design, l 'architettura del paesaggio e l 'antropologia. Ma soprattutto, si trova ad interagire con la gente. Un 'opera può scegliere di riferirsi esclusivamente allo spazio in quanto ospite del piedistallo urbano oppure di coinvolgere approfonditamente il tessuto sociale nei suoi processi di enunciazione e fruizione, ponendosi come segno capace di amplificare, sintetizzare o problematizzare determinati sistemi di valori. Quest 'ultima interpretazione è divenuta un modo sempre più eterogeneo di intendere l 'Arte Pubblica nella società contemporanea, in linea con una sensibilità che si misura con la complessità e la responsabilità che l 'agire nello spazio di tutti comporta. Il percorso di ricerca è progressivamente transitato da un 'attenzione al contesto in cui si va a intervenire, inteso come cornice formale o fenomenologica, ad una più ampia considerazione del contesto come luogo di relazioni concernente la sfera pubblica, luogo di partecipazione e di tematiche condivise, ove produrre stimoli per la mediazione e la coesione sociale, per l 'attivazione di nuove convivenze e relazioni tra e con il pubblico dei cittadini.