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Se questo è il Belpaese – di Gabriello Grandinetti

Se questo è il Belpaese – di Gabriello Grandinetti

Autore: Gabriello Grandinetti
pubblicato il 11 Settembre 2015
nella categoria Parole

Lungo lo sterminato percorso su cui ha proliferato, fino ai giorni nostri, la devastante antropizzazione del territorio , all 'insegna dello spreco edilizio di infrastrutture e opere incompiute , prende le mosse il lavoro di Antonio Fraschilla GRANDI E INUTILI - le Grandi Opere in Italia Einaudi (2015). Un censimento che fa eco al database approntato dal Ministero delle Infrastrutture del governo Monti richiesto alle Regioni ma che risulterà incompleto . Ben seicento opere mai completate o inutili, di cui nessuna compresa in questo inventario che pure è destinato a crescere, non risparmiano nessun comune del cosiddetto Belpaese disegnando un ' incresciosa mappa antiestetica di mostri di cemento- disseminati come i denti del drago di Cadmo in tutta la Penisola. Gli effetti devastanti di questa sistematica messa in opera di incompiute, che intrinsecamente già configurerebbero il reato di alterazione di bellezze naturali, sommano come effetti collaterali l 'aggravante dell 'inutilità , del non utilizzo, del conseguente processo di vandalizzazione , catene causali del definitivo degrado per l 'assenza di qualsiasi forma di manutenzione. Tale processo semina più di un indizio sulla genesi del fenomeno che per il nostro autore sembra derivare dai predicati della riforma del Titolo V della Costituzione. Com 'è noto, il conseguente decentramento di numerosi capitoli della spesa pubblica, dal livello più eminente (lo Stato Centrale) a quelli locali ( Regioni, Province, Comuni) assumendo fisionomie di stampo federalista ha consentito mano libera e autonomie finanziarie di opere strategiche alle municipalità. Quest 'ultime rivelatesi poi incapaci di programmazioni a lungo termine, ma tuttavia in grado di avviare progetti faraonici ingestibili e inadeguati al bacino di utenza corrispondente . Così per effetto di una devolution originata dalla frammentazione delle competenze si è dato corso ad una dispersività di opere ben presto destinate ad una inesorabile mutazione in cattedrali in disarmo , monumenti a perdere , belle incompiute proprio come le Anime morte di Gogol ' , ci ricorda lo stesso autore . Antonio Fraschilla è un giornalista meticoloso, i suoi approfondimenti vanno alla radice puntuale dei fatti non limitandosi al reportage estemporaneo. L 'articolato pamphlet si snoda agilmente in cinque capitoli tematici dai Grandi Eventi alle Grandi Firme, dalle Grandi Infrastrutture a perdere, all 'Italia della provincia sprecona, passando per I danni dell ' Incompiuto. Ripercorrendo le vicende di criticità di governance delle stazioni appaltanti nel farraginoso Codice degli Appalti , mette a nudo anche le complessità di procedure burocratiche che dilatano a dismisura le previsioni dei crono programmi spesso in assenza di monitoraggi in corso d 'opera. Costituendo l 'antefatto di un modus operandi che tra ricorsi al TAR e sospensive invalidanti sul piano contrattuale rischia di far prevalere gli studi legali su quelli di ingegneria. L 'assenza di foto , nel libro, induce il lettore a volgere uno sguardo retrospettivo a sostegno della completezza documentale che a causa di questo omissis potrebbe adombrare schermi mnemonici, visto il lungo arco temporale che sottende gli interventi esaminati. Degli Ecomostri che si iscrivono a buon diritto in questa tassonomia di mastodonti edilizi, manifestamente inutili , Fraschilla mostra di saperne declinare i diversi gradi di aberrazione in contrasto con il paesaggio su cui si stagliano, occupando manu militari l 'unità morfologica della scena che un tempo appariva incontaminata. Il suo viaggio esplorativo nei tòpoi del paesaggio italiano è la cronaca di un rito di passaggio dal locus amoenus al locus horridus . Proprio all 'interno di un 'area protetta, nel Parco Nazionale del Gargano a Baia di Campi di Vieste , è sorta inspiegabilmente in barba ad ogni divieto una fantomatica Università del turismo, un mastodonte edilizio di proprietà della Regione che manco a dirlo non è mai andato in funzione perche sprovvisto dei collaudi. Bersaglio di ricorsi di ambientalisti e di Italia Nostra passerà indenne a processi e anatemi fino alla messa in vendita rimasta però deserta. Così , per Fraschilla, il centro turistico portoghesiano resta in un limbo in attesa di sapere se sarà demolito o messo a nuovo. Non mancano casi esemplari noti alle cronache dei Grandi Eventi come la dismissione del Villaggio Olimpico costruito nel triangolo incontaminato di Pragelato, Cesana Torinese e San Sicario, per le Olimpiadi Invernali di Torino (2006) lasciato marcire dopo il Grande Evento alpino , passando per le Universiadi in Sicilia che confermano Giarre capitale europea dell 'incompiuto << con le sue rovine figlie dell ' inaugurazionismo di Sicilia. >> o La Cttà dello Sport di Tor Vergata, alle porte di Roma, per i Mondiali di nuoto 2009, ma i lavori si fermeranno per ripartire nel 2011 guardando alla candidatura di Roma alle Olimpiadi 2020 presto ritirata dal governo Monti. Di quel grande cantiere resta emblematicamente lo scheletro arenato di una delle due vele di Calatrava. Per ultimo vogliamo estrapolare da questa impietosa rassegna di fallimenti , condotta da Fraschilla al pari di un talentuoso cerusico in grado di dissezionare progetti come ne: La lezione di anatomia del dott. Tulp (Rembrandt) , la paradigmatica abiura ai danni di un progetto sconfessato senza un apparente motivo. Parliamo del G8 avviato alla Maddalena con un dispiegamento in forza alla Protezione Civile , un cantiere imponente che avrebbe dovuto con le sue opere, tra cui Il Centro Congressi dell 'ex Arsenale di Stefano Boeri, le bonifiche ambientali dei pontili militari, e altre mirabolanti promesse, rilanciare il turismo e l 'economia dell 'isola. Poi improvvisamente arriva il comando di indietro tutta! Ha inizio la grande beffa , a seguito dell 'insondabile e improvviso trasferimento del G8 all 'Aquila i cantieri chiudono. Lasciando tutti col cerino in mano.