Autore: Gabriello Grandinetti
pubblicato il 26 Settembre 2012
nella categoria Parole
In questa seconda decade di esordio nel XXI secolo, che appare sempre più dominata dal marketing, la scena urbana internazionale si è popolata di ineffabili quanto controverse opere di architettura. Esse, al pari di un qualsiasi prodotto di mercato, veicolano un 'immagine d 'impresa (brand) non disgiunta dalla stessa retorica del consumo che induce l 'architettura a manifestarsi come autentica icona mediatica.
Per quanto Erich Fromm sottolinei che la maggior parte della pubblicità non fa tanto appello alla ragione quanto all 'emozione registriamo ormai da alcuni decenni che il leitmotiv degli enunciati teorici dei designers e degli architetti esprima un impellente desiderio di contenuti in grado di suscitare << emozioni >> il virgolettato è d 'obbligo. Al saturarsi del principio modernista che imponeva alla forma di seguire la funzione, viene fatto di pensare che la prima abbia ineluttabilmente preso il sopravvento sulla seconda tant 'è che, in questa temperie in cui l 'architettura appare sottoposta ad un fenomeno di ibridazione con l 'arte, Claes Oldenburg può osservare che: << un edificio si distingue da una scultura solo perche al suo interno ci sono i w.c.>>. Tuttavia la questione del rapporto fecondo tra architettura e arte tocca un argomento di grande attualità. Lo stratagemma secondo il quale l 'architettura si spinge ad occupare territori che appaiono contesi alla Land Art, è il risultato di una sopraggiunta disinibizione creativa che non si pone alcun limite imitativo nei più variegati campi di interesse morfologici, cedendo di volta in volta a suggestioni naturalistiche, geologiche, zoomorfiche ÔǪ solo per citare alcuni esempi significativi : il Milwaukee Art Museum di Santiago Calatrava, che espone un vertiginosa pinna caudale semovente sul Water Front del lago Michgan sembra duettare a distanza con le sinuosità e gli zoomorfismi del Museo del Mediterraneo di Reggio Calabria disegnato da Zaha Hadid, la cui stupefacente composizione adagiata sul litorale sembra ispirata ad un 'allegoria desunta da Moby Dick di Herman Melville. Di tutt 'altra matrice ispirativa è l 'Aqua tower di Chicago progettata da Jeanne Gang, che otterrà il riconoscimento di grattacielo dell 'anno 2009. Costruito sui vecchi Docks, questo singolare skyscraper è un monolite vitreo di 256 m. attraversato perimetralmente da solai curvilinei a sbalzo la cui percezione prospettica dissimula la struttura regolare del tamponamento vitreo, creando la suggestione di una texture vibratile simile ai corrugamenti rocciosi di formazione stratiforme dei rilievi americani. La forte carica espressiva, che affastella 82 isoipsie ( curve di livello) rilascia su residuali specchi l 'illusione di pozze d 'acqua affioranti su una improbabile superficie di sedimentazione verticale.
In pari data lo Stadio Olimpico di Pechino di Herzog & De Meuron ottiene il riconoscimento del RIBA ( Royal Institute De British Architects). Un intreccio gordiano di cemento armato il cui irregolare dipanarsi costituisce l 'orditura di un nido d 'uccello.
Ove risieda il germe di quel processo che conduce alle nuove forme del sublime, derivandole dall 'insorgenza di una morfologia estetizzante che salta a piè pari l 'impalcatura rigorista di tipo funzionalista per pervenire al disincanto di un formalismo senza regole, discende da un principio di causa effetto. Il riconoscimento del divenire dell 'architettura, non più disgiunta dall 'arte, come sintesi di un 'immagine sinestetica,sfugge a qualsiasi catalogazione o a pedanti tassonomie di tipi edilizi e strutturali. Oggi, per Germano Celant : << L 'edificio viene concepito come una scultura che si pone in rapporto dirompente con il tessuto urbano. Al punto che non si guarda più all 'uso, ma al segno >>. Se la civiltà delle immagini ha contribuito alla dissoluzione di quegli ambiti tipologici in cui si sviluppava il concetto modernista dello standard che forniva l 'inventario di un articolato processo costruttivo sedimentato nel razionale agire secondo moduli e parametrazioni, è anche vero che questo procedere ha portato a una situazione di impasse, di smarrimento, come nella notte della storia : dove tutte le vacche sono nere >>, per un protrarsi troppo lungo dell 'ingessatura del Proibizionismo razionalista. Così l 'architettura ha subìto una riscrittura radicale del linguaggio che è stato ricondotto al grado zero, alla fine (necessaria) e al principio di una nuova articolazione degli aspetti teorici dell 'organizzazione dello spazio. Per effetto del primato raggiunto dalla tecnica applicata all 'innovazione digitale del progetto che invera il motto Piranesiano : Labor omnia vincit , messi di fronte alla virtualità e agli ammiccamenti del cyberspazio gli attori e i comprimari di questa vicenda: gli architetti, i critici e gli addetti ai lavori, sedotti da questa Hyperarchitettura sono stati accompagnati al funerale del compasso d 'oro, qui inteso come paradigma di uno strumento oramai obsoleto. Partecipi all 'immaterialità sensoriale digitale che annulla ogni pretesa di hic et nunc, gli architetti appaiono dislocati nella condizione aristotelica di : << locus sine locato corpore >> . Il vuoto come luogo empirico che irrompe nella realtà, contaminandola.