Autore: lastorialpp
pubblicato il 21 Agosto 2012
nella categoria La Storia di LPP, La Storia di LPP: 1956-1970
Parte 6:1956-70, Capitolo 1: Una nuova era
1.14 Le Corbusier: verso una nuova architettura
Sorprendendo tutti, Le Corbusier con due architetture realizzate tra il 1958 e il 1962 o quando e’ oramai ultrasettantenne- abbandona il brutalismo da lui stesso inventato e da prova di una straordinaria vitalità e di una inattesa capacità di prefigurazione del nuovo. Sono il padiglione Philips e il progetto del padiglione per esposizioni a Stoccolma. Per il padiglione Philips, che doveva essere montato alla esposizione mondiale di Bruxelles del 1958, cede il compito della progettazione a Xenakis che pensa a un coraggioso paraboloide iperbolico, per dedicarsi a un filmato-messaggio multisensoriale dagli alti contenuti esistenziali, che accoglie i visitatori del padiglione.
Passa così molto tempo tra musei e collezioni per selezionare e mettere insieme le immagini del filmato. Le sceglie personalmente: dalle più armoniose alle più terrificanti, comprese quelle dei mostri e dei campi di concentramento.
La musica, diffusa con effetti speciali, è arrangiata da Edgar Varese, musicista di avanguardia, che Le Corbusier chiama direttamente a collaborare.
Le Corbusier mostra di comprendere perfettamente le potenzialità dei mezzi elettronici di comunicazione: la forza dell’immagine si sostituisce alla chiarezza della forma; discipline diverse si integrano in un unico medium; il vero prevale sul bello; si attua il coinvolgimento multisensoriale. Ma non dà seguito all’esperimento, che nella sua produzione rimane un episodio isolato, a se stante.
La seconda opera è del1962 : un ambiente per esposizioni permanentementi di opere di Matisse, Picasso e Le Corbusier previsto per Stoccolma e realizzato, successivamente, con varianti, a Zurigo come “” (1963). Rispetto al padiglione Philips, la Maison de l’ Homme segna un passo indietro perche l’architetto ritorna a una dimensione esclusivamente architettonica. Ma vi è di nuovo il modo in cui destruttura la forma. Per esempio dividendo l’edificio in due parti -una tettoia dal forte impatto plastico e una sottostante costruzione modulare – contrapposte tra di loro. Oppure per il contrasto tra il monocromo della tettoia e gli sgargianti colori dei pannelli del padiglione. O per il brutalismo di alcune figure contrapposte al purismo di altre. E infine per lo spazio in-between della terrazza che sebbene riprenda il tema dal Palazzo di Giustizia di Chandigarh, sembra altresì una prefigurazione di temi che verranno affrontati negli anni Novanta.
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