Autore: lastorialpp
pubblicato il 13 Agosto 2012
nella categoria La Storia di LPP, La Storia di LPP: 1956-1970
Parte 6:1956-70, Capitolo 1: Una nuova era
1.13 Brasilia
E ‘ Lucio Costa che progetta il piano per Brasilia con un disegno in pianta che ricorda un uccello con le ali aperte, un segno carico di valori cosmici che serve a delimitare un luogo simbolico. Sulla stessa lunghezza d ‘onda i principali edifici della nuova capitale, progettati sotto la supervisione di Oscar Niemeyer.
Nella piazza dei Tre Poteri, che e’ il luogo centrale della città, spicca il Palazzo delle Assemblee Nazionali (1958-60) ancorato al suolo mediante una piastra dalla quale emergono le coperture a cupola delle due camere: quella dei senatori che si chiude verso l ‘alto e quella dei deputati, rovesciata, che si apre verso il cielo. Tra le due aule, vi sono due torri gemelle, destinate agli uffici, staccate tra loro quel che basta per farle apparire l ‘una come l ‘immagine dell ‘altra. Impossibile non vedere in questo gioco di volumi puri, che si riflettono e si contrappongono, il desiderio di afferrare idealmente lo spazio nelle sue molteplici direzioni – l ‘alto, il basso, il chiuso, l ‘aperto, la linea, la curva-, e non percepire un ‘intenzionalità metaforica che diventa tanto più evocativa quanto più il complesso si apre su un paesaggio dagli orizzonti infiniti. Recuperando in chiave contemporanea una così spiccata dimensione simbolica, il Palazzo delle Assemblee Nazionali, insieme con il parlamento di Chandigarh (1953-63) di Le Corbusier e di Dacca (1962-73) di Kahn, sembra dimostrare l ‘attualità delle teorie di Giedion sulla nuova monumentalità, almeno per ciò che riguarda le città di nuova fondazione. Ma raggiungere una tale intensità non si rivela sempre un ‘impresa facile. Gli altri edifici pubblici, progettati sempre da Niemeyer per Brasilia, accusano un calo di tensione, dovuto anche alla stanchezza derivante dalla ripetizione di alcuni clichè formali, quali quello dell ‘edificio nell ‘edificio ottenuto mediante una scatola in cemento armato schermata da pilastri dal forte effetto plastico che contiene al suo interno l ‘edificio vero e proprio a forma di un volume squadrato rivestito con il curtain wall. Tra questi la Residenza del Presidente della Repubblica (1957) e’ forse il più fresco e riuscito, probabilmente anche per il senso di apertura verso lo spazio circostante così inusuale per una struttura che, per ragioni di sicurezza, e’ usualmente risolta con forme più chiuse e introverse.
Brillante, anche se alla fine risolta con un ‘invenzione strutturale che la fa apparire più come un brillante oggetto di design, è la cattedrale di Nostra Signora di Fatima (1959-70). E ‘ l ‘ennesima dimostrazione che le originarie forme calviniste del Movimento Moderno possono essere declinate anche con apparati scenografici più sensuali e barocchi.
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