Autore: redazione
pubblicato il 16/07/2012
nella categoria Giovani Critici 2012, presS/Tcontests
Testo inedito.
Col tempo ho imparato a comprendere che tutto è architettura, che tutto è fare architettura.
L ‘architettura di oggi più che mai, non può fermarsi alla composizione del bel manufatto, del manufatto esteticamente di pregio, ne tantomeno alla ricerca esasperata del nuovo, dell ‘iper-tecnologico e del digital-housing.
Oggi il manufatto che desideriamo, probabilmente, vivere, oltre che a rispondere alle esigenze di biocompatibilità e di risparmio energetico, non deve stupire, deve essere.
L ‘essere di un manufatto ora più che mai deve parlare di noi essere, talvolta, un po ‘ noi, e noi cosa siamo.
Noi siamo il risultato, sbagliato, imperfetto e non rispondente alle logiche geometrico – compositive di un ingombrante passato che ha posto le basi ad un presente, di certo non così indifferente.
L ‘indifferenza che uccide, allorche, viene meno la percettività del sentire, che l ‘architettura, probabilmente, dovrebbe tramutare in tridimensionalità percettiva.
Tutto ciò che facciamo è richiamo di ciò che siamo e di ciò che è stato.
Il raggiungimento dei nuovi traguardi architettonici è il ritrovamento di una meta, che si fa fatica a inseguire ma che è dentro di noi e che si strutturerà, solo se acquisiremo la consapevolezza che il fare architettura equivale a fare noi.
Cristina Perrone
DATI PERSONALI:
Nome: Cristina
Cognome: Perrone
Data e luogo di nascita: 27/11/1980 Castelvetrano (TP)
Professione: Architetto.