Autore: lastorialpp
pubblicato il 8 Giugno 2011
nella categoria La Storia di LPP, La Storia di LPP: 1905-1918
Parte 2: 1905-1918 – Capitolo 1: Avanguardie
1.4 La rivoluzione artistica: il cubismo
A caratterizzarte questi anni è il cosmopolitismo. Vienna, Monaco e Berlino, a seguito degli esiti delle secessioni, sono luoghi di dibattito, creazione, polemiche appassionate. A Mosca Michel Larionov e Natalja Gonc╦çarova preparano i rivolgimenti che sarebbero maturati a partire dal 1909. Ma là dove il Ventesimo secolo accade o per usare un ‘espressione dell ‘americana Gertrude Stein o è a Parigi.
Uno dei luoghi d ‘incontro è proprio il salotto di Gertrude Stein al 27 di rue de Fleurus, frequentato da Matisse e Picasso e altri protagonisti dell ‘avanguardia.
P. Picasso, particolare di Les Demoiselles d’Avignon
Tra il 1905 e il 1906 Matisse realizza il suo capolavoro: La joie de vivre, un ‘opera su cui tornerà con variazioni, una delle quali è il celeberrimo La danse del 1910. ├ê un quadro leggero, costruito sulla fluidità delle linee e con ampie campiture di colore.
Pura musicalità. Nel 1906 Picasso gli risponde realizzando il famoso ritratto di Gertrude, un quadro pesante, plasticamente forte, giocato su pochi toni. Nel 1907 licenzia Les demoiselles d ‘Avignon. Le maschere delle sculture africane si ritrovano nei volti di tre delle cinque figure. Il quadro è d ‘inaudita violenza.
Ciò che conta non è il soggetto, ma l ‘operazione di destrutturazione dello spazio, concepito per piani antagonisti e concomitanti. Un esorcismo contro le figure invisibili che si agitano dentro di noi. Un tentativo di fissare con una forma l ‘informe, esattamente come facevano i primitivi. Uno spazio nuovo, in cui l ‘osservatore non è localizzato in un punto preciso, come nella prospettiva rinascimentale, ma in cui numerosi punti di vista s ‘incontrano e si scontrano, quasi come un ‘immagine lavorata all ‘interno dei nostri pensieri.
Nasce il cubismo. Insieme al futurismo, sarà il primo movimento d ‘avanguardia su scala internazionale. Ne sono influenzati russi, americani, inglesi, tedeschi, italiani. Passano per un apprendistato cubista Casimir Malevic╦ç, Marcel Duchamp, Robert Delaunay, Piet Mondrian, Theo van Doesburg. Alle tecniche di scomposizione spaziale cubista si rifaranno non pochi architetti, olandesi in testa.
Vi sono poi gli scritti cubisti. Li sperimenta, con esiti controversi, Gertrude Stein, anche sotto forma di ritratti: di suoni e di parole. Annunciano i capolavori di James Joyce, estraneo a ogni tendenza, ma la cui opera difficilmente sarebbe potuta nascere al di fuori di questo fervido clima sperimentale.
La fortuna del cubismo, come accade molto spesso ai movimenti artistici, non è però dovuta a un programma preciso, quanto a un orizzonte che dischiude. Picasso e Braque, l ‘altro importante esponente del movimento, rifiuteranno di dare qualsiasi spiegazione scientificamente esauriente del loro operato.
E poco convincenti saranno le spiegazioni date da altri, fondate sulla quarta dimensione o su principi esatti di scomposizione formale. Insomma: visto in luce strettamente teorica, il movimento non può che lasciare perplessi.
Diverso è il giudizio se invece si guarda al movimento da un punto di vista meno categorizzante; si sottolineano i continui scambi con l ‘espressionismo, con il rivale movimento del futurismo, l ‘astrattismo e poi con dada; si evidenzia il valore liberatorio di un approccio che scompone la forma per ricomporla sia pure arbitrariamente in funzione di punti di vista dislocati, anche temporalmente. Senza la lente cubista non si può comprendere l ‘arte e l ‘architettura del nuovo secolo.