Autore: Zaira Magliozzi
pubblicato il 7 Giugno 2011
nella categoria Senza categoria
Festarch 2011, due piccioni con una fava
di Zaira Magliozzi
Dal 2 al 5 giugno, Perugia e Assisi sono state il centro mondiale dell’Architettura. Festarch 2011 ha avuto il merito di trascinare e concentrare in quattro giorni una grossa fetta della creatività internazionale nel cuore del centro Italia. E nulla ha scalfito questo evento mastodontico. Neanche la vernice che, negli stessi giorni, si svolgeva a Venezia per la Biennale d’Arte. Qualche defezione dell’ultimo minuto ovviamente c’è stata. Al posto di Jasper Morrison e Maurizio Cattelan un video mentre, Cino Zucchi, si è connesso con la platea via skype. Meriti e demeriti. Perché, in genere, il filo conduttore dell’intera manifestazione, e cioè “l’Anticittà - Fare città nell’ epoca della dissipazione urbana” non è stato quasi mai sviscerato e approfondito. Nè tantomeno citato. Si è assistito, invece, al classico avvicendarsi di conferenze, a volte anche senza dibattito in cui, la quasi totalità dei conferenzieri ha mostrato il proprio lavoro in maniera spesso solo didascalica. Per contrasto il successo di pubblico c’è stato, soprattuto nelle top lecture come quelle di Kazuyo Sejima, Elizabeth Diller, Enzo Mari, Rem Koolhaas, Bjarke Ingels e Peter Eisenman. Ma non era questo l’obiettivo primario della rivista Abitare, che ha curato e gestito il grande carosello. Perugia e Assisi aspirano a diventare, nel 2019, la capitale europea della cultura. E l’Architettura serve. E’ diventata indispensabile per sperare nella replica de “l’effetto Bilbao”. Con buona riuscita anche di Abitare che si è assicurata, così, il primato di unica e indiscussa mecenate. Punto di riferimento italiano per l’Architettura internazionale.